Il 26 marzo 2022 la Nazionale allenata da Roberto Mancini ha toccato uno dei punti più bassi della sua storia, sconfitta dalla Macedonia del Nord nel primo turno dei playoff per accedere al Mondiale in Qatar. Dopo il trionfo, inaspettato e allo stesso tempo sorprendente, nel Campionato Europeo in finale contro l’Inghilterra gli azzurri hanno replicato il disastro del 2017 mancando, per due volte consecutivamente, la qualificazione ai Campionati del Mondo.
Delle ragioni, dei problemi e delle criticità del nostro calcio se n’è parlato fin troppo, dalle difficoltà nel valorizzare i nostri settori giovanili alle rare opportunità che vengono date ai ragazzi più talentuosi di confrontarsi subito con i più grandi palcoscenici del calcio nazionale e internazionale. La rivoluzione tecnica, che è cominciata dopo la tragedia avvenuta allo stadio Renzo Barbera di Palermo, ha trovato immediatamente i suoi primi intoppi nella Finalissima contro l’Argentina, persa nettamente 3-0, e poi nelle prime uscite del girone di Nations League contro Inghilterra, Germania e Ungheria, che sono costate il sesto posto nel ranking FIFA, nel quale, quindi, occupiamo ora la settima piazza.
Il CT ha già sperimentato nuove mosse all’interno del suo scacchiere, convocando numerosi giocatori alla loro prima esperienza assoluta con la casacca azzurra, da Scalvini a Pinamonti, passando per Gnonto, Gatti, Frattesi e le risposte che sono arrivate sono state incoraggianti, nonostante i risultati non siano stati troppo convincenti.
La personalità che hanno dimostrato alcuni individui del gruppo fa ben sperare per il futuro, soprattutto quello imminente, quando a settembre il gruppo azzurro si ritroverà per i due match di ritorno della Nations League contro Ungheria e Inghilterra.
Non è da meno la nazionale femminile
A far rumore in questi giorni è anche l’eliminazione della Nazionale femminile dall’Europeo in Inghilterra, avvenuta in maniera prematura, senza neanche una vittoria, nella fase a gironi. Una ferita dolorosa che aggrava il nostro movimento sportivo di un’altra delusione cocente, soprattutto viste le ottime aspettative che erano state riposte sul gruppo allenato dalla CT Milena Bertolini.
L’esordio shock contro la Francia è stato un boccone troppo amaro da digerire e quel 5-1 ha sicuramente inciso nelle prestazioni successive contro Islanda e Belgio, in cui sono maturati un pareggio e una sconfitta. Quest’ultima è risultata decisiva, perché i giochi non erano ancora stati fatti e un’eventuale vittoria delle azzurre ai danni delle belghe, con la contemporanea vittoria della nazionale transalpina su quella islandese, avrebbe regalato la qualificazione alla nostra squadra.
L’emozione per lo straordinario risultato ottenuto nel Mondiale 2019, quando l’Italia ha raggiunto i quarti di finale, sembra un lontano ricordo e questa esperienza, seppur negativa, può rappresentare comunque un passo in avanti nell’evoluzione del movimento calcistico femminile nel nostro Paese. Elena Linari, di ruolo difensore e una delle giocatrici con più esperienza all’interno del gruppo, ha dichiarato al termine dell’avventura in terra britannica: “inconsciamente abbiamo sottovalutato l’evento, non ci siamo approcciate al meglio, potevamo preparare meglio il tutto. Quattro anni fa non eravamo nessuno, se oggi ci chiedono risultati significa che passi in avanti sono stati comunque fatti. Ripartiamo da qui, dal seguito che il calcio femminile ha costruito, un upgrade importante”.
Sicuramente l’interesse attorno a questo mondo è cresciuto in maniera esponenziale e lo dimostra il fatto che un passo, decisivo, è stato compiuto solo poco tempo fa quando il mestiere della calciatrice è stato riconosciuto ufficialmente anche in Italia.
L’avventura in terra inglese, per le ragazze di Bertolini ha dato esito negativo: due sconfitte e un pareggio con solo due gol fatti e sette reti subite. Ciò, però, non è minimamente paragonabile al disastro compiuto dalla nazionale maschile, ma le riflessioni e i dubbi su dove e su cosa si potesse migliorare affliggono sia gli addetti ai lavori che gli appassionati e i tifosi. L’unica certezza è che il 2022 delle due nazionali di calcio italiane è completamente da dimenticare, questo è un dato di fatto.
Autore: Federico Cattai