Jonas Vingegaard vince la centonovesima edizione della corsa a tappe di ciclismo più famosa e importante al mondo. Il corridore danese, dopo il secondo piazzamento dell’anno precedente, si è preso la rivincita nei confronti del rivale sloveno Tadej Pogacar, detentore degli ultimi due Tour de France.
Il neocampione appartenente al team della Jumbo Visma festeggia, dunque, sfoggiando la prestigiosa maglia gialla lungo i Campi Elisi di Parigi, nel magico tramonto che circonda la capitale francese a due passi dall’Arco di Trionfo. Vingegaard non solo sarà ricordato come il vincitore dell’edizione 2022, ma il suo nome sarà associato anche a quella che è stata una delle più incredibili e avvincenti competizioni degli ultimi anni, infatti, rimarranno impressi a lungo, negli occhi degli appassionati, alcuni momenti destinati a diventare iconici nella storia del ciclismo.
Le imprese mozzafiato di Wout Van Aert, compagno di squadra di Vingegaard, sempre al centro dell’attenzione in ogni tappa del Tour, in volata, in montagna e a cronometro, il suo pezzo forte. Gli attacchi disperati del campione in carica Pogacar che, dopo la crisi sul Col du Granon, ha provato in tutti i modi a riprendersi la maglia gialla, sia sulle Alpi che sui Pirenei, ma la tenacia e lo stato di forma del suo avversario non gli hanno lasciato nessuna possibilità. Infine, l’impresa di Pidcock sull’Alpe d’Huez, quella di Fabio Jakobsen sul traguardo di Peyragudes che, da buon velocista, soffre le ardue pendenze pirenaiche e taglia il traguardo stremato a soli 18’’ dal tempo massimo, i sali-scendi di David Gaudu e uno straordinario Geraint Thomas capace, all’alba dei 36 anni, di classificarsi sul gradino più basso del podio dietro solo ai due fenomeni del Tour.
CHI È JONAS VINGEGAARD?
Il Re del Tour de France 2022 si è presentato al mondo del ciclismo durante l’edizione 2021 della Grand Boucle, sfruttando il ritiro del suo capitano Primoz Roglic e piazzandosi al secondo posto della classifica generale dietro a Tadej Pogacar. La tappa che l’ha consacrato come uno dei potenziali rivali del campione sloveno è stata quella del Mount Ventoux dove si è dimostrato l’unico in grado di poter staccare la maglia gialla. Vingegaard è rimasto sempre a ruota di Pogacar, prendendogli anche 25’’ nella cronometro finale e questo gli ha dato la giusta motivazione per credere che, in futuro, l’impresa possa essere possibile.
Jonas nasce nel 1996 a Hillerslev, nella Danimarca del Nord, vicino alla più nota città di Aalborg. Prima di diventare un ciclista professionista, gioca per qualche anno a calcio, ma a causa della sua corporatura molto esile appende gli scarpini al chiodo presto. Già molto giovane è costretto a fare dei sacrifici, a comprendere l’importanza del lavoro, il valore del denaro e a come prendere il meglio da ogni giornata.
Così inizia a lavorare per un’azienda che si occupa del mercato del pesce, da distribuire anche nel resto d’Europa, e Jonas svolge i suoi impegni per tutta la mattina, dedicando il resto della giornata alla sua passione per il ciclismo, spendendo circa 4 ore al giorno in sella alla bicicletta. Questo, a suo dire, è stato uno dei segreti del suo successo perché a livello mentale è molto difficile affrontare una giornata tipo come la sua, ma questo gli ha permesso di fare step importanti in carriera.
LA COPERTINA DEL TOUR DE FRANCE
L’immagine che ci è stata proposta in diretta, quella della stretta di mano tra Pogacar e Vingegaard lungo la discesa che avrebbe portato all’arrivo di Hautacam, rimarrà per sempre il simbolo di questa edizione. L’episodio nasce qualche istante prima quando Pogacar, alle prese con una rimonta da effettuare nelle poche salite che gli rimangono per staccare il suo avversario, cade rovinosamente in discesa, mentre la maglia gialla vestita da Vingegaard prosegue il tragitto in solitaria.
Dopo aver ripreso in mano la bici ed essersi rimesso in sella, lo sloveno riparte velocemente per recuperare il distacco ma il gesto da vero signore di Jonas lascia tutti a bocca aperta. Il danese rallenta la sua corsa e aspetta il suo avversario, si sincera delle sue condizioni e i due si scambiano un gesto che si candida ad essere il segno di sportività più bello ed emozionante del 2022.
Articolo di Federico Cattai